A lezione di botanica

Funghi di cera e illustrazioni di grande formato dell'Ottocento, provette con semi e quiz per imparare a conoscere le piante e i viaggi dei semi

In questa sala ci si può immergere in un’aula di fine Ottocento, quando a lezione non si usano più solo le piante vive delle aiuole esterne o quelle essiccate dell’erbario, ma anche modelli in cera di funghi, tavole parietali, legni di ogni forma e misura, semi da ogni parte del mondo e semi di piante utili, infestanti o commestibili. Grazie a questi oggetti gli studenti imparano a osservare, riconoscere e distinguere forme, dettagli, colori, usi del mondo vegetale.

Tra Otto e Novecento le spiegazioni dei professori sono accompagnate da tabelloni illustrati di grande formato, appesi in aule e laboratori di scuole e università. Alla realizzazione di queste litografie a colori collaborano naturalisti e artisti, segnando una fortunata stagione della didattica delle scienze naturali. Caratterizzate da uno sfondo nero, le nove tavole parietali esposte appartengono a una delle numerose serie conservate in Museo, sono stampate in Germania nel 1899 e sono incentrate sulle piante esotiche: noce vomica (Strychnos nux-vomica), zenzero (Zingiber officinale), banano (Musa x paradisiaca), cotone (Gossypium herbaceum), arachide (Arachis hypogaea), palma dell’avorio (Phytelephas microcarpa), baobab (Adansonia digitata), mango (Mangifera indica), canforo (Cinnamomum camphora).

Nella sala sono esposte 19 sezioni di tronchi, usate a lezione per far riconoscere agli studenti i vari tipi di legname. Tra il 1905 e il 1927 inoltre Adriano Fiori, un allievo di Pier Andrea Saccardo, realizza una raccolta di oltre duecento sezioni ultrasottili di legni principalmente italiani e in qualche caso d’origine esotica, come il gingko: la Xylotomotheca Italica.

A inizio Novecento, l’agronomo Raffaello Sernagiotto raccoglie i semi di piante coltivate o infestanti del territorio italiano, organizzandoli in dieci scatole, contenenti ciascuna cento specie: sono le Centurie, che rappresentano la biodiversità delle campagne italiane di oltre un secolo fa. Sono esposte anche alcune delle 16.000 provette conservate con semi di piante ornamentali, e alimentari, frutto di scambi con altri orti botanici in corso ancora oggi. Nella collezione spicca l’inconfondibile “coco de mer”, il più grande seme del regno vegetale, che può pesare fino a 25 kg. Sono presenti anche due collezioni per rappresentare le diverse specie di funghi: la prima in cera d’api, degli anni Trenta dell’Ottocento, realizzata da Carlo Avogadro degli Azzoni; la seconda in creta, di quarant’anni dopo, opera di Egisto Tortori, del Museo di storia naturale di Firenze.

La sala permette anche di imparare giocando, grazie a due quiz didattici disegnati e progettati dai Dotdotdot: Identikit delle piante, per imparare a riconoscere le piante in base alle loro caratteristiche, e In viaggio con i semi, che aiuta a comprendere come le piante riescano a “spostarsi”, intraprendendo talvolta veri e propri viaggi, grazie alla dispersione dei loro semi.