
L'Orto botanico si prepara ad accogliere i visitatori con l'arrivo della primavera, in data da definire.
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Guarda oraSpecie botaniche
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Allium sativum
L'aglio da cucina è una pianta bulbosa coltivata sin dall'antichità e selezionata a partire da progenitori di probabile origine centro-asiatica occidentale. Oggi esiste solo come pianta coltivata, ma appare qua e là in tutto il territorio italiano allo stato subspontaneo, soprattutto presso gli abitati. L'odore caratteristico è dovuto a numerosi composti organici di zolfo tra cui l'alliina ed i suoi derivati, come l'allicina ed il disolfuro di diallile. Nel folclore europeo si riteneva che l'aglio tenesse lontani i vampiri, forse perché i vampiri erano considerati dei 'parassiti' e per il fatto che l'aglio ha proprietà antielmintiche. Il potere antisettico era noto fin dall'antichità: nel Medioevo i medici usavano delle mascherine imbevute di succo d'aglio per proteggersi dalle infezioni. Il nome generico, già in uso presso i romani, deriva da una radice indoeuropea che significa 'caldo', 'bruciante', per l'odore e sapore pungenti dei bulbi, il nome specifico significa ‘coltivato’. Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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Parietaria officinalis
L’erba vetriola comune è una specie dell’Europa centro-meridionale presente in tutte le regioni dell’Italia continentale salvo che in Calabria. Cresce in vegetazioni disturbate quali orli di boscaglie e siepi, a volte alla base di muri in situazioni piuttosto ombreggiate, su suoli argillosi piuttosto freschi e ricchi in composti azotati, dal livello del mare a 900 metri circa. La pianta ha proprietà diuretiche, ma il polline è fortemente allergenico; le giovani foglie lessate venivano consumate come gli spinaci. Il nome generico si riferisce al fatto che molte specie crescono su muri; il nome specifico deriva dal latino 'officina' (officina, farmacia) e fa riferimento all’uso a scopo medicinale. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-ottobre.
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Malva sylvestris
La malva comune è una specie originariamente diffusa dall'Europa centro-meridionale all'Asia ma oggi divenuta subcosmopolita, presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce in ambienti ruderali lungo le vie e alla base dei muri, nelle discariche, nelle aiuole, in giardini e orti, su suoli da sabbiosi a limoso-argillosi, spesso subaridi d'estate, ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana. La pianta è ricca di mucillagini e ha avuto diversi impieghi come pianta medicinale sin dall'antichità per le proprietà emollienti, calmanti, antifiammatorie, espettoranti e lassative; i frutti immaturi e i getti giovani sono commestibili in insalata. Il nome generico deriva dal greco 'malàkhe' (molle, emolliente) in relazione alle proprietà emollienti dei frutti non maturi, delle foglie e dei germogli; il nome specifico potrebbe trarre in inganno in quanto non si tratta di una specie boschiva. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-settembre.
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Thevetia peruviana
E’ di origine americana questo elegante arbusto dalle lunghe foglie lineari, larghe meno di 1 cm e lunghe anche 20cm. I fiori campanulati presentano cinque petali, parzialmente sovrapposti e intensamente colorati in giallo vivo. Alla loro forma è dovuto il nome comune inglese, oleandro giallo. I frutti sono drupe verdi che contengono un glucoside cardioattivo chiamato thevetina che ha azione simile a quella della digitale.
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Fraxinus
Fraxinus
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Linum usatissimum
Il lino coltivato è una pianta annua a distribuzione originariamente europeo-caucasica ma oggi divenuta subcosmopolita, presente in quasi tutte le regioni d’Italia ma in forte regresso a causa dell’abbandono delle colture; fino agli anni Settanta del secolo scorso veniva spesso coltivato, soprattutto nella pianura padana, ma oggi le colture sono quasi del tutto abbandonate. La pianta appare ancora sporadicamente come avventizia in ambienti piuttosto disturbati, al di sotto della fascia montana. Il lino è una specie di uso antichissimo, coltivata soprattutto per le fibre tessili che si ricavano dalla macerazione dei fusti sin dai tempi dei faraoni; i semi sono commestibili e hanno proprietà emollienti, e da essi si ricava un olio utilizzato nell’alimentazione umana e animale. Il nome generico deriva dal greco 'linon' (filo) per la fibra di lino ottenuta dai fusti; il nome specifico si riferisce ai molteplici usi della pianta. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Prunus persica
Il pesco è un albero deciduo originario della Cina. Fu introdotto in Persia (da cui il nome) e da lì a Roma nel I secolo d.C., diffondendosi in tutto il bacino del Mediterraneo. In Egitto il frutto era sacro ad Arpocrate, il dio del silenzio e dell'infanzia (ancor oggi si paragonano le guance dei bambini alle pesche). In Europa è usato sia come pianta da frutto che come pianta ornamentale. È ampiamente coltivato in tutta Italia, e spesso inselvatichito in arbusteti e cedui di latifoglie, dal livello del mare a 600 metri circa. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta (deriva comunque dal greco ‘prunon’, che significa ‘prugna’); quello specifico allude al territorio da cui la pianta fu introdotta in Europa, la Persia. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Helianthus annuus
Il girasole è una pianta originaria delle parti più calde dell'America settentrionale, oggi ampiamente coltivata e presente come avventizia in tutte le regioni d’Italia, salvo forse che in Valle d'Aosta. Appare a volte allo stato subspontaneo in vegetazioni ruderali su suoli ricchi in composti azotati, con scarsa tendenza a spontaneizzarsi, dal livello del mare a 1.500 metri circa. Il girasole era coltivato dagli indigeni americani 3.000 anni prima della sua introduzione in Europa: gli Incas conoscevano le proprietà nutritive dei semi e ricavavano fibre dal fusto e dalle foglie. Dai semi si produce un olio adatto all'alimentazione umana e dal residuo della spremitura si ricava un panello ricco di proteine che viene impiegato in zootecnia. I semi tostati sono commestibili e vengono anche impiegati come mangime per roditori e uccelli. L' eliotropismo che caratterizza il girasole è già presente nei boccioli, che seguono il percorso del sole da est a ovest, per orientarsi nuovamente a est quando si fa sera. Il nome generico deriva dal greco 'helios' (sole) ed 'anthos' (fiore), e significa quindi 'fiore del sole'; il nome specifico si riferisce al ciclo vitale annuale. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-ottobre.
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Neoregelia tristis
Pianta appartenente alla famiglia delle Bromeliaceae, endemica del Brasile. Su un fusto molto corto è inserita una rosetta di foglie lunghe e piatte che al centro formano una coppa nella quale si accumula l'acqua piovana, utile riserva per la pianta e nella quale spesso si sviluppano una ricca flora e fauna. Quando la pianta fiorisce le foglie al centro della rosetta colorazioni vivaci, dal rosso vivo al violetto, la rosetta si allarga e al centro compare un’infiorescenza bassa e piatta con piccoli fiori bianchi o blu. La pianta impiega due-tre anni per iniziare a fiorire, la fioritura continua per qualche mese e infine la pianta muore, dopo aver però prodotto polloni basali, dai quali ricomincia il ciclo vitale.
È soprattutto apprezzata come pianta ornamentale vista anche la sua capacità di adattarsi a molteplici condizioni.
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Cymbopogon citratus
Questa graminacea perenne è tipica delle regioni tropicali del sud-est asiatico dove i suoi densi ciuffi tondeggianti possono arrivare quasi adue metri di altezza; le foglie, lunghe e sottili, si sviluppano una nella guaina dell’altra così da creare un anello fogliare inspessito alla base e, se stropicciate, liberano un aroma di limone da cui il termine di “lemon grass”. L’infiorescenza, prodotta raramente perché la specie predilige la riproduzione vegetativa tramite stoloni, è una spiga biancastra. Grazie alla presenza di oli aromatici sulle foglie, in Indonesia e nelle Filippine è ampiamente utilizzata in cucina ma anche in profumeria e nella medicina tradizionale come stimolante, analgesico, antipiretico, ecc.
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Magnolia grandiflora L.
È una pianta arborea a foglie persistenti (per questo è anche indicata come magnolia sempreverde), originaria delle regioni meridionali degli Stati Uniti, dalla Florida al Texas, che può raggiungere i 20-30 metri di altezza. In Italia è molto coltivata in parchi e giardini pubblici e privati, e viene apprezzata per la sua forma conico-piramidale, le grandi foglie di un verde intenso, lucide nella pagina superiore e bruno rugginose nella inferiore, che creano un notevole contrasto cromatico.
In estate all'apice dei rami compaiono dei vistosi fiori bianchi e profumati che possono raggiungere un diametro di 20-25 cm. Molto decorativi sono anche i semi che, quando raggiungono la maturità, diventano rossi e sporgono dall'infruttescenza a cono che ricorda molto una pigna. È una specie che ama posizioni soleggiate, terreni profondi, fertili e permeabili e che mal sopporta eccessivi ristagni d'acqua o condizioni di aridità prolungate; tollera però le gelate non troppo intense.
L'esemplare più vecchio di Magnolia grandiflora dell'Orto botanico risale al 1786 ed è ritenuto uno dei primi introdotti in Italia, se non il primo. Si trova nel quarto omonimo tra le porte Ovest e Sud; non ha grandi dimensioni, ma il tronco alla base è ben sviluppato e da esso si dipartono vistose radici.
Altri due individui notevoli di magnolia, messi a dimora agli inizi del 1800, si possono ammirare presso l'ingresso dell'Orto; essi sono attualmente oggetto di particolari cure fitosanitarie e vengono tuttora costantemente monitorati in quanto affetti da un'infezione fungina.
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Prunus armeniaca
L'albicocco, originario dell'Asia centrale, è coltivato in Cina da più di 4.000 anni; venne diffuso quindi alla Persia e Armenia e poi importato durante l'Impero Romano in Grecia ed Italia. Viene coltivato come pianta da frutto in tutta Italia, dal livello del mare ai 1.000 metri circa, ed è segnalato come specie avventizia in molte regioni d’Italia. I frutti possono essere consumati freschi o secchi e utilizzati per fare marmellate e succhi di frutta. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta (deriva comunque dal greco ‘prunon’, che significa ‘prugna’); quello specifico si riferisce al fatto che Dioscoride lo riteneva originario dall'Armenia. Il nome comune sembra derivare dal latino 'praecoquus' (primaticcio). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo (in Sicilia anche gennaio)-maggio.