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Scopri di piùSpecie botaniche
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Chamaerops humilis
La palma nana è l’unica palma spontanea in Italia. In natura cresce nella macchia mediterranea, e da noi è diffusa soprattutto lungo le coste tirreniche, mentre altrove viene spesso coltivata a scopo ornamentale. Gli esemplari dell’Orto botanico di Padova, che raggiungono dimensioni ragguardevoli, sembra siano stati piantati nel 1585 e vengono chiamati anche ‘palma di Goethe’ , in quanto furono citati dal grande scrittore tedesco nella sua importante opera dedicata alla metamorfosi delle piante. Il nome generico deriva dal greco 'khamai' (piccolo) e 'rhops' (arbusto, cespuglio), alludendo alle piccole dimensioni della pianta negli ambienti naturali; il nome specifico ha lo stesso significato. Forma biologica: fanerofita scaposa/ nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Daphne mezereum
Il fior di stecco è un piccolo arbusto a distribuzione eurasiatico-continentale presente in tutte le regioni dell’Italia continentale salvo che in Puglia. Cresce nei boschi mesofili di latifoglie decidue e nelle loro radure, dai querco-carpineti alle faggete, su suoli argillosi piuttosto profondi, dalla fascia submediterranea alla fascia montana superiore. Tutte le parti della pianta sono estremamente velenose per la presenza di un glucoside (dafnina). Le dafne sono note fin dall'antichità per le proprietà farmacologiche, ma il loro uso è molto pericoloso e spesso il solo contatto con l'epidermide causa arrossamenti e vesciche sulla pelle. I frutti rossi, la cui ingestione provoca avvelenamenti anche mortali, sono stati impiegati in pittura e anche come fard in Siberia, cosmetico non meno pericoloso della biacca usata dalle matrone romane. Il nome generico deriva da 'dàphne', nome greco dell'alloro, per le foglie sempreverdi di alcune specie come D. laureola; il nome specifico deriva dall'arabo e significa 'mortale'. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
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Thevetia peruviana
E’ di origine americana questo elegante arbusto dalle lunghe foglie lineari, larghe meno di 1 cm e lunghe anche 20cm. I fiori campanulati presentano cinque petali, parzialmente sovrapposti e intensamente colorati in giallo vivo. Alla loro forma è dovuto il nome comune inglese, oleandro giallo. I frutti sono drupe verdi che contengono un glucoside cardioattivo chiamato thevetina che ha azione simile a quella della digitale.
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Lantana camara
La lantana è una specie nativa dell’America centrale e meridionale, introdotta in altre parti del mondo come pianta ornamentale e divenuta infestante in molte aree tropicali come in India e in Australia; per questo motivo è stata inserita nell' elenco delle 100 specie aliene più dannose del mondo. Da noi viene frequentemente coltivata in parchi e giardini per le vistose e durature fioriture. Nelle aree d’origine i frutti sono utilizzati per produrre un inchiostro e i rami per costruire scope. Il nome generico, da noi usato anche per una specie di Viburnum deriva dal latino ‘lénto’ (io piego, faccio incurvare), in riferimento ai rami spesso incurvati; il nome specifico deriva dal greco dal greco ‘kamara’ (volta, cupola), probabilmente per la forma dell’infiorescenza. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: aprile-settembre.
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Kosteletzkia pentacarpos
E’ una pianta erbacea perenne che può arrivare a 2 metri di altezza, ma in genere rimane sugli 80-120 cm. Il fusto è cavo, molto ramificato in genere, coperto da peli a stella-ovate a ovate, le foglie con 3-5 lobi. Fiori numerosi, con petali roseo- violetti, raramente bianchi, frutti a capsula pelosa suddivisa in 5 settori contenenti ciascuno un seme. I semi possono conservare la fertilità anche per 20 anni, ma una serie di agenti patogeni possono ridurne drasticamente il numero.
E’ una specie alofila, cioè che sopporta alte concentrazioni di sale nel terreno, che vive nelle zone di retroduna. Il suo areale è molto ampio e include il Nord America e molte regioni mediterranee (Italia, Spagna, Francia), ma in Europa è fortemente ridotta a causa della pressione antropica e attualmente ridotto a singole popolazioni isolate fra loro, per cui è soggetta a protezione a livello internazionale ((Direttiva Habitat 92/43/UE). Un tempo in Italia era presente in diverse regioni da cui è scomparsa (Toscana, Lazio, Campania e Puglia) e ad oggi è presente solo in Veneto ed Emilia Romagna.
Il genere è dedicato a Kosteletzky, professore di Botanica Medica a Praga; il nome della specie deriva dal greco "pénte" cinque e "carpόs" frutto, in riferimento alla capsula con 5 loculi.
Nela Lista Rossa del Veneto le viene attribuito un livello di rischio “CR”, cioè gravemente minacciata di estinzione.
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Salix alba
Il salice bianco è un albero deciduo diffuso nelle porzioni centro-meridionali dell’Eurasia, presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce in aree umide presso laghetti e lungo canali e corsi d’acqua svolgendo una funzione di consolidamento del terreno, su suoli da argillosi a fangosi periodicamente inondati, ricchi in basi e composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Il legno non marcisce presto in terreni saturi di acqua; i rami giovani, soprattutto di piante capitozzate, sono utilizzati come vimini per la costruzione di ceste, sedie, ecc. La scorza contiene acido salicilico, componente essenziale dell'aspirina. Con le foglie si tingeva la lana di giallo. Il nome generico, di antico uso, è di origine incerta: forse deriva dal celtico 'sal lis' (presso l'acqua); il nome specifico si riferisce al colore biancastro della pagina inferiore delle foglie. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-aprile.
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Cymbopogon citratus
Questa graminacea perenne è tipica delle regioni tropicali del sud-est asiatico dove i suoi densi ciuffi tondeggianti possono arrivare quasi adue metri di altezza; le foglie, lunghe e sottili, si sviluppano una nella guaina dell’altra così da creare un anello fogliare inspessito alla base e, se stropicciate, liberano un aroma di limone da cui il termine di “lemon grass”. L’infiorescenza, prodotta raramente perché la specie predilige la riproduzione vegetativa tramite stoloni, è una spiga biancastra. Grazie alla presenza di oli aromatici sulle foglie, in Indonesia e nelle Filippine è ampiamente utilizzata in cucina ma anche in profumeria e nella medicina tradizionale come stimolante, analgesico, antipiretico, ecc.
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Lilium carniolicum
Lilium carniolicum
Il giglio della Carniola è una specie a distribuzione nord-illirica estesa alle catene meridionali delle Alpi Orientali e dei massicci limitrofi, in Italia presente solo in Veneto e Friuli Venezia Giulia. La distribuzione regionale è di tipo strettamente alpico-carsico; in Carso la specie si concentra nella parte sudorientale più alta del territorio, ove è rara. Cresce negli orli di boschi termofili di latifoglie decidue e in lande rupestri incespugliate, su suoli calcarei subaridi, poco profondi, ricchi in scheletro e poveri in humus, dai 400 ai 1400 m circa. Il nome generico era già in uso presso i Romani; il nome specifico si riferisce alla Carniola, antica regione corrispondente più o meno all’odierna Slovenia. Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Ficus carica
Il fico è una specie originaria dell'area pontica (Turchia settentrionale, costa del Mar Nero), con estensione a tutto il Mediterraneo, da noi di antichissima introduzione precolombiana come altre specie legnose di interesse economico (castagno, bagolaro, noce). È presente in tutte le regioni d’Italia, spontaneo o coltivato, dal livello del mare a 800 metri circa, anche come piccolo arbusto su muri e in stazioni rupestri soleggiate. Il frutto che chiamiamo fico è in realtà un'infiorescenza carnosa e cava (siconio) tappezzata all'interno da piccoli fiori femminili e/o maschili privi di calice e corolla. Quelli femminili, una volta impollinati, si trasformano nei veri frutti, cioè piccoli acheni di aspetto granulare. In natura la disseminazione del fico è strettamente legata al ciclo vitale di un piccolo imenottero, la Blastophaga psenes. Certe piante dette caprifico non producono siconi commestibili per il fatto che questi cadono apparentemente immaturi (rimangono stopposi); in realtà si tratta di individui con funzione maschile, i loro siconi, cioè, contengono sia fiori maschili sia fiori femminili a stilo breve, che per tale motivo non impediscono a Blastophaga di raggiungerli e trasformarli in galle per la deposizione delle uova. Quindi il caprifico è unicamente donatore di quel polline che viene poi trasportato dall'insetto quando va a visitare altri siconi. Nei siconi di altre piante (fichi 'femmina'), l'imenottero trova unicamente fiori femminili, questa volta in maggioranza a stilo lungo, tali cioè da impedirgli di raggiungere gli ovari per pungerli e deporvi le uova e nel contempo tali da costringerlo a urtare gli stigmi lasciandovi attaccati i granuli di polline involontariamente raccolti nelle visite al caprifico. A questo punto si innesca lo sviluppo di frutti normali (acheni con seme all'interno) e la contemporanea trasformazione del siconio in un corpo carnoso e zuccherino (i semi verranno dispersi per via endozoica). La fioritura di inizio primavera garantisce un'impollinazione delle piante 'femminili', mentre le successive fioriture, specialmente la seconda, possono sviluppare sulle stesse fichi in prevalenza partenocarpici, quali si ritrovano in molte cultivar selezionate appunto per essere autosufficienti; in questi siconi 'da tavola' gli acheni sono guscetti vuoti senza seme, ma vi si possono trovare pure fiori a stilo breve trasformati in galle dalla Blastophaga, riconoscibili come pallini più grandi. La disseminazione avviene soprattutto a opera di uccelli e micromammiferi. Il nome generico deriva dalla medesima radice indoeuropea del greco 'sýkos' (fico), quello specifico allude alla Caria, regione della Turchia donde si riteneva provenire la pianta. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-marzo (maturazione: giugno-luglio); maggio-giugno (maturazione: luglio-ottobre); settembre (maturazione: dicembre-aprile).
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Vitis vinifera
La vite è una liana decidua tipicamente mediterranea, oggi coltivata in tutte le aree del globo con clima di tipo mediterraneo (California, Cile Centrale, Sudafrica, Australia meridionale). I primi riferimenti storici alla vite e al vino si trovano tra i Sumeri nell'Epopea di Gilgamesh (III millennio a.C.); testimonianze della coltura si hanno in numerosi geroglifici egizi, presso i quali il vino era bevanda riservata ai sacerdoti, agli alti funzionari e ai re. Furono i Greci ad introdurre la vitivinicoltura in Europa, già in epoca minoica. Esiodo descrive in dettaglio pratiche di vendemmia e di vinificazione e numerosi sono i riferimenti alla vite e al vino anche in Omero. Ai coloni greci si deve l’introduzione della viticoltura in Italia meridionale, dove la pianta incontrò condizioni climatiche e pedologiche ideali, al punto da far meritare alla regione il nome di Enotria. Studi paleontologici hanno però dimostrato che la pianta della vite era già diffusa in Italia, in particolare in Toscana, dove esisteva prima della comparsa degli etruschi. I Romani perfezionarono ulteriormente le tecniche vitivinicole apprese dagli etruschi, come illustrato da numerose opere, in cui si ritrovano concetti biologici e tecniche di coltura tuttora validi. Nel XIX secolo due malattie fungine e un insetto provenienti dall'America sconvolgono la vite: la peronospora della vite, l'oidio e la fillossera, che distrussero vaste estensioni di vigneti tra il 1870 e il 1950. I coltivatori furono costretti a innestare i vitigni sopravvissuti su specie (e ibridi) di origine americana (Vitis berlandieri, V. rupestris e V. riparia), resistenti alla fillossera, e a utilizzare regolarmente prodotti fitosanitari come lo zolfo e il rame per contrastare l'oidio e la peronospora. A volte la vite appare anche allo stato subspontaneo, in arbusteti e siepi presso gli abitati rurali ed in vegetazioni ruderali, su suoli limoso-argillosi mediamente profondi, neutro-subacidi, ricchi in composti azotati. Il nome generico è il nome latino della vite, che deriva da 'viere' (legare), in riferimento alla flessibilità dei rami; il nome specifico si riferisce alla coltivazione per produrre il vino. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Washingtonia filifera
La washingtonia filifera, o palma californiana, è una palma originaria della California meridionale, Arizona sudoccidentale e Messico settentrionale ove cresce in aree desertiche ma in habitat ripariali e presso le oasi, da noi coltivata nell’Italia mediterranea a scopo ornamentale in parchi e giardini. Si tratta di una pianta a rapida crescita, abbastanza rustica, che cresce bene all'aperto nelle regioni a clima molto mite; predilige esposizioni soleggiate e terreno fertile, ben drenato. Può essere attaccata dal fungo Graphiola phoenicis (Moug.) Poit. che provoca la morte precoce delle foglie. I frutti venivano mangiati crudi, cotti, o ridotti in farina per dolci dalle popolazioni native; le tribù Cahuilla usavano le foglie per fare sandali, tetti di paglia, e cestini. Il genere è dedicato al primo presidente degli U.S.A., George Washington (1732-1799); il nome specifico si riferisce alle numerose fibre filiformi presenti nelle foglie. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Tradescantia fluminensis
La tradescanzia sudamericana è una specie originaria dell’America meridionale, da noi presente come infestante, inizialmente nelle colture di agrumi in Sicilia, poi anche altrove, oggi nota per diverse regioni italiane, ma più comune al meridione e lungo il versante tirrenico. Le forme che appaiono in via di espansione nel nostro Paese derivano spesso da ibridi coltivati a scopo ornamentale e sfuggiti alla coltivazione, che spesso differiscono dalle forme spontanee presenti in Sudamerica. Cresce in ambienti urbani disturbati, su suoli piuttosto freschi, al di sotto della fascia montana. Il genere è dedicato a John Tradescant il giovane (1608-1662), giardiniere di corte di Carlo I d'Inghilterra poi trasferitosi in Virginia; il nome specifico significa ‘dei fiumi’ e allude all’ecologia della pianta. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: agosto-settembre.