Riparte a settembre la rassegna di appuntamenti letterari, ora anche al Museo della Natura e dell’Uomo
Scopri di piùAperte le selezioni per le attività di gestione, promozione e valorizzazione dei siti culturali dell'Università di Padova
Scopri di piùIl nuovo biglietto integrato dell'Università di Padova
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Scopri di piùProtagonista di Bestiari, Erbari, Lapidari, un documentario "enciclopedia" tra arte e Natura
Scopri di piùA partire dal 29 giugno, uno strumento in più per visitare l'Orto botanico con i bambini
Scopri di piùÈ disponibile in biglietteria l'audioguida multilingua
Scopri di piùSono visitabili l'Orto antico, le serre ottocentesche, l’arboreto e il Museo botanico
scopri di piùVisitabili negli orari di apertura, comprese nel biglietto d'ingresso
SCopri di piùSpecie botaniche
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Prunus persica
Il pesco è un albero deciduo originario della Cina. Fu introdotto in Persia (da cui il nome) e da lì a Roma nel I secolo d.C., diffondendosi in tutto il bacino del Mediterraneo. In Egitto il frutto era sacro ad Arpocrate, il dio del silenzio e dell'infanzia (ancor oggi si paragonano le guance dei bambini alle pesche). In Europa è usato sia come pianta da frutto che come pianta ornamentale. È ampiamente coltivato in tutta Italia, e spesso inselvatichito in arbusteti e cedui di latifoglie, dal livello del mare a 600 metri circa. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta (deriva comunque dal greco ‘prunon’, che significa ‘prugna’); quello specifico allude al territorio da cui la pianta fu introdotta in Europa, la Persia. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/ fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Moehringia glaucovirens
Moehringia glaucovirens
La moehringia verde-glauca vive negli anfratti della roccia, nelle rupi calcaree strapiombanti e asciutte, dai 400 ai 2000 m di quota. Appartiene alla famiglia delle Caryophyllaceae, la stessa del garofano, ed ha fusti delicati che formano cuscinetti lassi di circa 15 cm di diametro. Le foglie sono sottili e filiformi, opposte, di colore verde – azzurro. I fiori sono inferiori al mm, con 5 petali candidi.
E’ una specie endemica, con areale molto ridotto, comprendente due settori, uno sulle Dolomiti orientali e uno in Lombardia, dalla Val Trompia nel Bresciano fino al lago di Garda
In Veneto è inserita nelle Liste Rosse regionali con livello di rischio “EN”, cioè in pericolo di estinzione.
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Cymbopogon citratus
Questa graminacea perenne è tipica delle regioni tropicali del sud-est asiatico dove i suoi densi ciuffi tondeggianti possono arrivare quasi adue metri di altezza; le foglie, lunghe e sottili, si sviluppano una nella guaina dell’altra così da creare un anello fogliare inspessito alla base e, se stropicciate, liberano un aroma di limone da cui il termine di “lemon grass”. L’infiorescenza, prodotta raramente perché la specie predilige la riproduzione vegetativa tramite stoloni, è una spiga biancastra. Grazie alla presenza di oli aromatici sulle foglie, in Indonesia e nelle Filippine è ampiamente utilizzata in cucina ma anche in profumeria e nella medicina tradizionale come stimolante, analgesico, antipiretico, ecc.
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Humulus lupulus
Il luppolo è una specie a distribuzione eurasiatico-nordamericana presente in tutte le regioni d’Italia. Originario di boschi alluvionali periodicamente inondati, si è trasferito in siti ruderali su suoli limoso-argillosi freschi e piuttosto profondi, ricchi in composti azotati, dal livello del mare a 1.200 metri circa. I fiori, sia femminili che maschili, sono utilizzati nel processo della produzione della birra, a cui il luppolo conferisce il tipico aroma. I getti giovani vengono utilizzati come gli asparagi per condire risotti e frittate. Il nome generico deriva da quello altogermanico della pianta (Humel), utilizzata per la produzione della birra; quello specifico è di significato incerto. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
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Artemisia nitida
Artemisia nitida
Specie osservabile solo in natura: la pianta presente all’Orto botanico (Artemisia absinthium) appartiene allo stesso genere.
L’assenzio lucido è una specie endemica delle Alpi orientali e delle Alpi Apuane presente dalla Lombardia al Friuli e in Toscana. La distribuzione regionale, piuttosto lacunosa, è ristretta al settore alpino (Alpi Carniche e Giulie); nell’area di studio la specie è rarissima. Cresce su rupi soleggiate, su rocce calcaree o eruttive, da 1300 a 1800 m, raramente più in alto. Come le altre specie congeneri contiene il tossico thujone, per cui la commercializzazione dell'assenzio era vietata in Francia sino a poco tempo fa. Il nome generico era già in uso presso i Greci antichi ma è di etimologia incerta: potrebbe riferirsi alla dea Artemide (Diana) o alla regina Artemisia, moglie di Mausolo, re di Caria. Forma biologica: camefita suffruticosa. Periodo di fioritura: agosto-settembre.
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Helianthus annuus
Il girasole è una pianta originaria delle parti più calde dell'America settentrionale, oggi ampiamente coltivata e presente come avventizia in tutte le regioni d’Italia, salvo forse che in Valle d'Aosta. Appare a volte allo stato subspontaneo in vegetazioni ruderali su suoli ricchi in composti azotati, con scarsa tendenza a spontaneizzarsi, dal livello del mare a 1.500 metri circa. Il girasole era coltivato dagli indigeni americani 3.000 anni prima della sua introduzione in Europa: gli Incas conoscevano le proprietà nutritive dei semi e ricavavano fibre dal fusto e dalle foglie. Dai semi si produce un olio adatto all'alimentazione umana e dal residuo della spremitura si ricava un panello ricco di proteine che viene impiegato in zootecnia. I semi tostati sono commestibili e vengono anche impiegati come mangime per roditori e uccelli. L' eliotropismo che caratterizza il girasole è già presente nei boccioli, che seguono il percorso del sole da est a ovest, per orientarsi nuovamente a est quando si fa sera. Il nome generico deriva dal greco 'helios' (sole) ed 'anthos' (fiore), e significa quindi 'fiore del sole'; il nome specifico si riferisce al ciclo vitale annuale. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-ottobre.
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Eucalyptus
Il genere Eucalyptus comprende più di 700 specie di alberi o arbusti originari dell’Australia (con poche specie presenti anche in Nuova Guinea e Indonesia e una nelle Filippine). Diverse specie sono coltivate nelle aree tropicali e temperate tra cui America, Europa, Africa, Medio Oriente, Cina e il subcontinente indiano come fonti di legno a rapida crescita, o per la produzione di un olio aromatico che possiede anche proprietà insetticide. Altre si usano nei programmi di riforestazione, a causa della rapida crescita, o per drenare i suoli acquitrinosi. Nella regione mediterranea gli eucalipti sono stati frequentemente piantati per la riforestazione, con risultati non sempre positivi per il mantenimento della flora autoctona. Il nome generico deriva dal greco ‘eu’ (bene) " e ‘kalyptos’ (coperto), in riferimento all’opercolo che nasconde inizialmente il fiore. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Schinus molle
Il falso pepe del Perù è un albero-arbusto originario delle aree subdesertiche delle Ande, dal Perù al Cile Centrale e all’Argentina nordoccidentale, coltivato a scopo ornamentale nelle parti più calde della regione mediterranea, compresa l’Italia; in Sud Africa e in Australia è divenuto localmente invasivo. Nelle aree di origine alla pianta si attribuiscono proprietà antibatteriche e insetticide; il frutto ha la stessa grandezza del vero pepe e un sapore piccante e viene ancor oggi commercializzato in misture con il vero pepe, anche se sembra essere tossico per gli animali. Il nome generico deriva dal greco ‘schinos’, l’antico nome del lentisco, per la somiglianza di foglie e frutti e la presenza di resine. Forma biologica: fanerofita scaposa.
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Hedera helix
L'edera è una liana a distribuzione mediterraneo-atlantica comune in tutte le regioni d’Italia. Cresce in boschi e siepi, su muri, rocce ed alberi, di cui raggiunge la chioma in siti umidi, formando intrichi con Clematis vitalba e altre liane, dal livello del mare sino alle faggete termofile della fascia montana inferiore. Mostra marcata eterofillia, cioè la forma delle foglie dei rami vegetativi è molto diversa da quella delle foglie dei rami fioriferi. È comunemente coltivata come pianta ornamentale, come tappezzante di terreni molto ombreggiati e per ricoprire muri o pergolati. Ne esistono numerosissimi ibridi e cultivar che differiscono per forma, dimensioni e colore delle foglie (frequenti sono quelli a foglie variegate). La pianta è tossica se ingerita (saponine triterpeniche e alcaloidi) e il contatto con le foglie può originare reazioni fotoallergiche. Il nome generico è assonante con 'hadaéreo' (io aderisco); quello specifico in greco significa 'attorcigliamento', alludendo al modo che ha la pianta di attorcigliarsi 'ad elica' ai supporti. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: settembre-ottobre.
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Glycyrrhiza glabra
La liquerizia comune è una specie a distribuzione stenomediterranea estesa all’Asia sudoccidentale, presente in tutte le regioni dell’Italia centro-meridionale (salvo che in Umbria), in Emilia-Romagna e in Friuli-Venezia Giulia. Cresce ai margini delle strade, in incolti aridi e aperti, su suoli sabbiosi in siti assolati e caldi, dal livello del mare a 1.000 metri circa. La liquirizia era una pianta importante già nell'antico Egitto, in Assiria e in Cina ed era già nota nell'antica medicina greca ma solo nel XV secolo fu ampiamente introdotta in Europa dai frati domenicani. Il principio attivo più importante è la glicirrizina, più dolce del saccarosio, che le conferisce un'azione antinfiammatoria e antivirale. La liquirizia, comunque, va assunta saltuariamente, facendo attenzione a non superare il dosaggio di mezzo grammo al giorno di glicirrizina, in quanto questa ha diversi effetti collaterali, soprattutto se somministrata a bambini, a persone che hanno superato i 55 anni d'età e a soggetti che ne assumono dosi maggiori di quelle consigliate e per lunghi periodi di tempo. Il nome generico deriva dal greco ‘glykýs’ (dolce) e ‘rhíza’ (radice), quello specifico si riferisce al fatto che la pianta è pressoché priva di peli. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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Delphinium fissum
Delphinium fissum
La speronella lacerata è una specie delle montagne dell'Eurasia presente in tutte le regioni dell’Italia continentale salvo che in Liguria, Valle d’Aosta, Lombardia e Trentino-Alto Adige. Cresce in prati aridi e boschi cedui molto aperti, su substrati calcarei, con optimum nella fascia montana inferiore. Tutte le parti della pianta sono tossiche se ingerite per la presenza di alcaloidi. Il nome generico deriva dal greco ‘delphís’ (delfino), per la forma del fiore vagamente simile a quella di un delfino; il nome specifico in latino significa ‘profondamente diviso’ in riferimento alla forma delle foglie. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Primula tyrolensis
Primula tyrolensis
Specie osservabile solo in natura: la pianta presente all’Orto botanico (Primula auricula) appartiene allo stesso genere.
La primula tirolese è una specie endemica delle Alpi Orientali, presente dal Trentino-Alto Adige al Friuli. La distribuzione regionale è ristretta alle Alpi Carniche sudoccidentali e alle Prealpi Carniche occidentali. Cresce in ambienti rocciosi, soprattutto nelle fessure di rocce ricche in humus e su rupi umide ed ombrose, prevalentemente su substrati calcarei, dalla fascia montana superiore a quella alpina. Il nome generico è il diminutivo del termine latino 'prímus' (primo) in allusione alla precoce fioritura di alcune specie; il nome specifico si riferisce al Tirolo, da cui la specie fu originariamente descritta. Forma biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: giugno-luglio.