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Find out moreThe new restoration project involve the central fountain, the fountains of the quarters, of Theophrastus and of the Four Seasons
Find out moreSpecie botaniche
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Ruta graveolens
La ruta comune è una specie dell'Europa sudorientale, presente come pianta spontanea o avventizia in tutte le regioni dell'Italia continentale salvo che in Valle d’Aosta. Cresce in prati aridi, macereti ed orli boschivi, in siti caldi e assolati, su suoli di solito calcarei, poco profondi e ricchi in scheletro, aridi d'estate, con optimum al di sotto della fascia montana. La ruta è tossica per il contenuto in furocumarine e rutarine e per gli alcaloidi chinolonici presenti nell’olio essenziale dall’odore sgradevole; assunta a dosi eccessive provoca gravi disturbi, con esiti anche letali. Gli olii essenziali possono provocare reazioni fotoallergiche. Le foglie, con presunte proprietà digestive, sono spesso utilizzate per aromatizzare la grappa. Il nome generico deriva dal greco 'ryté' e questo da 'rýomai' (io curo, io preservo) in riferimento alle proprietà medicinali della pianta; il nome specifico, dal latino ‘gravis’ (pesante, forte) e ‘olens’ (odoroso) si riferisce all’intenso e caratteristico odore della pianta. Forma biologica: camefita suffruticosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Aloe ferox
Pianta dalle foglie carnose della famiglia delle Xanthorrhoeaceae, originaria del Sudafrica.
Può sviluppare un fusto alto fino a 5 metri, che porta all’apice una rosetta di grandi foglie succulente, di colore verde scuro, che lungo il margine presentano spine bruno-rossicce, dalle quali deriva il nome della specie. Permangono sul fusto dopo essersi seccate a formare un manicotto protettivo. In primavera vengono prodotti i fiori di color arancione o rosso, portati in vistose infiorescenze che si allungano partendo dal centro della rosetta di foglie.
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Valeriana officinalis
La valeriana comune è una specie a distribuzione europea presente in quasi tutte le regioni d’Italia. Cresce in luoghi umidi, nei boschi di latifoglie decidue e nelle radure, dal livello del mare a 1.400 metri circa, raramente anche più in alto. Uno dei nomi comuni, 'erba dei gatti', deriva dal fatto che la pianta fresca esercita una forte attrazione sui gatti ed è forse questo il motivo per cui, pur essendo decorativa, la si incontra raramente nei giardini. Tutte le specie di valeriana contengono olii essenziali e alcaloidi. Si usa la radice della pianta (che però ha un odore sgradevole), che ha proprietà sedative e calmanti, favorendo il sonno. Il nome generico deriva dal latino 'valere' (vigoroso, sano); il nome specifico deriva dal latino 'officina' (officina, farmacia) in riferimento all’uso a scopo medicinale. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Saxifraga facchinii
Saxifraga facchinii
La sassifraga di Facchini fu dedicata al medico e illustre botanico fassano Francesco Facchini, che la scoprì agli inizi del 1800 sulle vette della Val di Fassa. E’ una pianta rupicola che vive sopra i 2400 m s.l.m., esclusiva delle Dolomiti. Di dimensioni molto modeste, in genere di 1 – 3 cm, con fusticini ramificati con piccole e fitte foglie grigio-argentee che le conferiscono l’aspetto di un cuscinetto compatto. I fiori hanno petali di colore variabile bianco-giallastri o purpurei.
Nella Lista Rossa del Veneto viene considerata “EN”, cioè minacciata di estinzione.
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Artemisa vulgaris
L’assenzio selvatico è una specie a vasta distribuzione circumboreale-temperata presente in tutte le regioni d’Italia. È un po' meno termofila e più xerofila di A. verlotiorum e colonizza terreni mesici ricchi in composti azotati, in ambienti fortemente disturbati quali margini di strade, discariche, campi abbandonati etc., dal livello del mare alla fascia montana. Una singola pianta è in grado di produrre sino a 700.000 frutti. La pianta è a volte usata come digestivo, anche se è tossica quando consumata in grandi quantità: come le altre specie congeneri, contiene il tossico thujone. Il nome generico era già in uso presso i greci antichi ma è di etimologia incerta: potrebbe riferirsi ad alla dea Artemide (Diana) o alla regina Artemisia, moglie di Mausolo, re di Caria; il nome specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-ottobre.
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Crocus sativus
Crocus sativus
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Daphne mezereum
Il fior di stecco è un piccolo arbusto a distribuzione eurasiatico-continentale presente in tutte le regioni dell’Italia continentale salvo che in Puglia. Cresce nei boschi mesofili di latifoglie decidue e nelle loro radure, dai querco-carpineti alle faggete, su suoli argillosi piuttosto profondi, dalla fascia submediterranea alla fascia montana superiore. Tutte le parti della pianta sono estremamente velenose per la presenza di un glucoside (dafnina). Le dafne sono note fin dall'antichità per le proprietà farmacologiche, ma il loro uso è molto pericoloso e spesso il solo contatto con l'epidermide causa arrossamenti e vesciche sulla pelle. I frutti rossi, la cui ingestione provoca avvelenamenti anche mortali, sono stati impiegati in pittura e anche come fard in Siberia, cosmetico non meno pericoloso della biacca usata dalle matrone romane. Il nome generico deriva da 'dàphne', nome greco dell'alloro, per le foglie sempreverdi di alcune specie come D. laureola; il nome specifico deriva dall'arabo e significa 'mortale'. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
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Epipactis thesaurensis
Specie osservabile solo in natura: la pianta presente all’Orto botanico (Epipactis palustris) appartiene allo stesso genere.
Il nome della specie deriva dal Monte Tesoro, nel territorio del comune di S. Anna d’Alfaedo, nel settore occidentale dei Monti Lessini. E’ nota unicamente per la Lessinia veronese, con due stazioni nella parte occidentale e una nella parte orientale, scoperta nel 2009. Predilige i boschi di latifoglie, su suolo poco acido, da 650 a 900 m di quota. Alta fino a 40 cm, lungo il fusto presenta foglie molto lunghe, infiorescenza con fiori penduli e poco aperti, con sepali verdi e petali di verdognoli con sfumature rosate, caratterizzati dalla parte apicale del labello, chiamata epichilo, di color violetto. Fiorisce nella stagione estiva, in luglio.
E’ stata descritta recentemente, nel 2007, e la sua distribuzione è ancora in fase di studio, come pure ancora dibattuta è la sua posizione tassonomica.
Nella Lista Rossa del Veneto è classificata come “NT”, quasi a rischio di estinzione.
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Humulus lupulus
Il luppolo è una specie a distribuzione eurasiatico-nordamericana presente in tutte le regioni d’Italia. Originario di boschi alluvionali periodicamente inondati, si è trasferito in siti ruderali su suoli limoso-argillosi freschi e piuttosto profondi, ricchi in composti azotati, dal livello del mare a 1.200 metri circa. I fiori, sia femminili che maschili, sono utilizzati nel processo della produzione della birra, a cui il luppolo conferisce il tipico aroma. I getti giovani vengono utilizzati come gli asparagi per condire risotti e frittate. Il nome generico deriva da quello altogermanico della pianta (Humel), utilizzata per la produzione della birra; quello specifico è di significato incerto. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
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Ravenala madagascariensis
Viene detta comunemente palma del viaggiatore, ma non è affatto una palma: è invece una specie erbacea ad alto fusto della famiglia delle Strelitziaceae. La maestosità di questa pianta è legata alla sua morfologia: all’apice del fusto, lungo circa una decina di metri, sono addensate le foglie simili a quelle del banano, disposte rigorosamente in un unico piano, a formare un enorme ventaglio. Il suo nome viene attribuito al fatto che alla base del picciolo, allargata a coppa, si raccoglie l'acqua piovana che scivola lungo il picciolo e che viene usata dai viaggiatori per dissetarsi. In realtà R. madagascariensis è endemica delle foreste pluviali del Madagascar, ambiente nel quale l’acqua abbonda, quindi è probabilmente più verosimile la versione che attribuisce il nome comune di questa pianta al fatto che il ventaglio di foglie è in tutti gli esemplari sempre orientato in una direzione precisa e funziona quindi come una bussola per il viaggiatore. In lingua malgascia il nome del genere significa “foglie della foresta”.
Specie simbolo del Madagascar, la silhouette inconfondibile della chioma di R. madagascariensis compare stilizzata nel logo della compagnia aerea nazionale.
Fra le guaine delle ultime foglie compaiono le infiorescenze, costituite da spighe di numerosi fiori bianchi, protette da grandi brattee distiche. L’impollinazione è ad opera di pipistrelli e lemuri.
I frutti sono capsule in cui i semi sono avvolti in fibre di colore blu intenso che attirano gli uccelli che disseminano la specie.
Le foglie sono utilizzate come materiale per la costruzione delle tradizionali abitazioni, mentre dal fusto si ricava una grasso commestibile
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Senecio angulatus
Il senecio rampicante, o senecio del Capo, è una pianta originaria del Sudafrica che è stata introdotta in molti paesi come pianta ornamentale e si è spesso naturalizzata (come ad esempio sulle Alpi Marittime), divenendo a volte invasiva. In Italia è più frequente in parchi e giardini della fascia mediterranea, spesso lungo le coste in quanto tollera bene la salinità. La pianta è tossica per la presenza di alcaloidi ad azione lenta ma molto dannosa per il fegato e cancerogena, che possono anche passare al miele ed al latte. Il nome generico deriva dal latino 'senex' (vecchio), alludendo ai pappi biancastri dei frutti o alla pelosità grigia di molte specie; il nome specifico si riferisce ai fusti angolosi. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: maggio-dicembre.
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Lilium carniolicum
Lilium carniolicum
Il giglio della Carniola è una specie a distribuzione nord-illirica estesa alle catene meridionali delle Alpi Orientali e dei massicci limitrofi, in Italia presente solo in Veneto e Friuli Venezia Giulia. La distribuzione regionale è di tipo strettamente alpico-carsico; in Carso la specie si concentra nella parte sudorientale più alta del territorio, ove è rara. Cresce negli orli di boschi termofili di latifoglie decidue e in lande rupestri incespugliate, su suoli calcarei subaridi, poco profondi, ricchi in scheletro e poveri in humus, dai 400 ai 1400 m circa. Il nome generico era già in uso presso i Romani; il nome specifico si riferisce alla Carniola, antica regione corrispondente più o meno all’odierna Slovenia. Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.