Ambienti

Un bosco. Il mare. Una spiaggia. Anche gli spazi verdi di una città: tutti sono ecosistemi.

 

Ogni centimetro del nostro pianeta può costituire un ecosistema o, più semplicemente, entrare a farne parte. È un ecosistema, ad esempio, quello della foresta temperata, che copre territori molto distanti tra loro come gran parte dell’Europa, dell’Asia e dell’America settentrionale. Ma non c’è un rigido confine a separare i singoli ecosistemi ed è possibile che organismi “transitino” in momenti differenti da un ecosistema all’altro. Questa fluidità della natura spinge quindi ad utilizzare forme di identificazione più semplici. I biomi terrestri servono a questo: a riunire, quasi a fotografare, ecosistemi “vicini” caratterizzati dalle medesime condizioni ambientali, anche se magari, in termini puramente geografici, sono molto lontani tra loro. Le serre portano così il visitatore a compiere questo ideale viaggio dall’Equatore ai Poli.

Foresta tropicale pluviale

Si sviluppa a latitudini comprese tra il Tropico del Cancro e quello del Capricorno. Con una temperatura media di circa 25°C e oscillazioni di 2-4 gradi nel corso dell’anno, le precipitazioni sono così abbondanti che nella maggior parte delle zone raggiungono i 2.500 millimetri l’anno. Si stima che nelle foreste tropicali (che coprono solo il 7% della superficie terrestre) sia localizzato più del 50% della biodiversità del pianeta.

Foresta tropicale subumida

Le precipitazioni nella fascia climatica subumida e della savana sono inferiori a quelle della foresta pluviale e arrivano a valori di poco superiori agli 800 millimetri l’anno. La temperatura media scende al di sotto dei 20°C, con oscillazioni di una decina di gradi nell’arco dei dodici mesi. Il clima subumido è tipico del subcontinente indiano, del sud-est asiatico e della Cina meridionale, ma anche della giungla africana (come quella del golfo di Guinea o del bacino del Congo), dell’America centrale lungo la costa atlantica e di alcune aree dell’America del sud (ad esempio il Venezuela). La savana è invece una formazione vegetale presente in alcune zone dell’Africa occidentale e centrale, nella Guiana e in Australia.

Clima temperato e mediterraneo

Nelle zone di clima temperato (caratterizzate da inverni miti, estati calde e notevoli precipitazioni nel corso dell’anno) la biodiversità è relativamente elevata in ragione della suddivisione in nicchie consentita dai numerosi strati di foresta. Le foreste più complesse sono associate a un maggior numero di specie animali. Quello mediterraneo è il meno esteso tra i climi temperati: se ne riconoscono le caratteristiche nell’Italia meridionale, in Sicilia e in Sardegna, come nelle zone costiere di Spagna e Francia. Ma simili condizioni climatiche riguarda no anche le coste turche e del vicino Oriente, del Maghreb e della regione del Capo, della California, del Cile e dell’Australia sudoccidentale. Le zone di clima temperato ricoprono meno del 2% di superficie e sono minacciate da una forte pressione antropica, ma conservano un patrimonio pari al 20% dell’intera biodiversità.

Clima arido

A caratterizzare il clima arido è la scarsità di precipitazioni (meno di 250 millimetri d’acqua all’anno), ma esistono climi aridi caldi e climi aridi freddi. I primi sono tipici dell’Africa settentrionale, della penisola arabica, di alcune zone dell’America settentrionale, del Cile, dell’Australia. Dei secondi è invece un esempio l’intera zona che dal Mar Caspio arriva fino al deserto dei Gobi in Mongolia.